L’ITALIA TRA RISORGIMENTO E FASCISMO ATTRAVERSO LA STAMPA FEMMINILE

Сажетак

Il principale problema nello studio del giornalismo femminile è dato dalla brevità del tempo finora dedicato alla trattazione delle fonti specifiche. Nonostante quest’interesse ritardato della storiografia, le fonti dimostrano che il racconto del Risorgimento ebbe già due facce: una narrazione tendenzialmente nelle mani di uomini colti, accanto alla quale appaiono le prime voci femminili che desiderano esprimere il loro punto di vista. Per completezza di analisi è importante dedicare attenzione anche ai passaggi burocratici e legislativi che hanno toccato in modo diretto la sfera femminile della società, che all’inizio del ventesimo secolo hanno portato a notevoli migliorie nella considerazione della posizione sociale della donna. Il periodo fecondo dopo l’Unità d’Italia crea un microcosmo positivo a Milano, luogo in cui diverse redazioni giornalistiche al femminile prendono piede e trovano un notevole e rilevante taglio nell’interpretare le esigenze sociali e politiche della donna nuova. Il fervente inizio del Novecento permette di salire sul palcoscenico del giornalismo attivo a personaggi come Anna Kuliscioff, Margherita Sarfatti e un personaggio poco noto ma non meno importante quale Stefania Türr, figlia del generale garibaldino ungherese ed eroe del Risorgimento, István Türr. Con l’esame di fonti giornalistiche d’epoca si evidenzia che non necessariamente esiste un giornalismo prettamente femminile, ma esistono una sensibilità ed un linguaggio specifico che è proprio della penna di un’autrice. Questo lavoro non mira ad una comparazione tra generi, ma intende fare luce sul contesto sociale e storico nel periodo tra Unità d’Italia e primo Novecento, in cui le prime grandi giornaliste trovano la loro strada e una voce personale.